Siamo a Cayo Santa Maria. Un paradiso tra terra e mare. Mare bellissimo e spiaggia da cartolina; circondati da boschi di mangrovie.
Per arrivare qua abbiamo percorso settantadue chilometri in una striscia si terra sottile collegata da oltre cinquanta ponti. Per Cuba è un’opera immensa.
Prima delle otto eravamo già in sella. Sosta nella piazza centrale per il solito collegamneto ad internet e uscita da Caibarién. Stranamente la periferia della città è migliore del centro. Una periferia normale, come se ne sono incontrate tante, a dispetto di un centro decisamente malridotto.
Andiamo a imboccare la strada che ci porterà a Cayo Santa Maria, e quindi, al Resort Memories Paraiso Azul, per godere di due giorni e mezzo di relax. Dopo poco un posto di blocco della polizia ci chiede i passaporti. Un altro odioso posto dove i cubani possono andare solo per lavorare. Un tassista si avvicina chiedendoci se qualche giorno fa eravamo a Cayo Jutas. Alla nostra risposta affermativa ha iniziato a ridere dicendo che siamo pazzi, condividendo con i poliziotti il fatto che ci ha visto a Cayo Jutas in bicicletta, e già li aveva pensato che avessimo qualche rotella fuori posto. Ora ci rivede a quasi quattrocento chilometri di distanza, sempre con le nostre biciclettine e gli è venuto da ridere. Strette di mano e saluti, come a un vecchio amico, e ripartiamo.
La strada piana, soleggiata e con una costante brezza marina si presenta come un’alternanza di mare e boschi di mangrovie sui due lati. Un gran numero di pullman e taxi portano i turisti avanti e indietro ai vari villaggi. Ogni tanto un ponte in ristrutturazione con gli operai al lavoro che smettono di lavorare per salutarci.
Noi ci concediamo delle pause per mangiare una banana o una galletta e riprendiamo il percorso. Oggi non ci sono cose particolari da vedere. Durante una sosta si avvicina da lontano un operaio che in una lingua sconosciuta ci chiede dell’acqua. Lavora da solo dalle cinque, con un mezzo meccanico, sotto il sole; sono le undici e ha quasi finito l’acqua. Gli riempiamo la sua bottiglia con il ghiaccio, ci ringrazia con una stretta di mano, e riprendiamo il cammino. Dopo poco sosta per ammirare i fenicotteri rosa. Tanti e belli, di un rosa acceso. Rimane il tempo di non vedere una deviazione, e proseguire nella direzione sbagliata per altri sei chilometri, salvo poi, dover tornare indietro. Finalmente arriviamo al villaggio.
Bello, bellissimo, ma dopo aver visitato la Cuba dei cubani, quella del rappezzato e riutilizzato, tutto questo sfarzo ci è sembrato meno bello. Troppa differenza tra i due mondi. Ci goderemo i giorni ormai prenotati, ma cambiamo il programma per la fine della vacanza. Niente tappa a Varadero. Ci sposteremo a Matanzas e di li percorreremo i poco più di cento chilometri che ci separano dall’Avana. Torneremo in Italia con il sapore della vera Cuba in bocca, cercando di non dimenticare gli sguardi delle persone che hanno bisogno e la felicità che hanno dentro e che sanno trasmettere.
Comments
1 commentoAuto
Gen 5, 2017Cari Alessandro, Michela, Dudu e Miche,
Credo che abbiate colto il vero senso del viaggiatore e non del vacanziero.
Assaporare la vita vera di chi abita i luoghi che attraversate, i loro odori, colori e resto è la vera essenza del viaggio.
e la prova ce la date saltando Varadero e cercando luoghi più genuini e meno artefatti.
““Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.”
Italo Calvino ( Le città invisibili).
Ciao ragazzi ci vediamo presto.
Gianni
administrator
Gen 6, 2017A vedere altri modi di vivere, profondamente diversi dal nostro, prima si riflette, poi si cambia.
Ci vediamo presto.
Gianni
Gen 6, 2017Ottima riflessione. Ma non dimenticate che tanti altri mondi sono accanto a casa nostra, nelle nostre strade, nei mercatini rionali. E noi non ce ne accorgiamo quasi mai….
Il viaggio apre la mente a nuovi orizzonti anche “ideali” e di “prospettiva”
È la nostra grande ricchezza interiore
A presto.
administrator
Gen 8, 2017Assolutamente. A casa nostra siamo sempre di corsa. Lavoro, famiglia, e impegni vari ci ci rendono un pochino più miopi, meno attenti e riflessivi. Da questo viaggio, spero, porteremo un modo diverso di vedere le cose.