Eccoci finalmente in spiaggia. Una spiaggia da cartolina, Cayo Levisa. Quarantadue chilometri percorsi tutti di un fiato per goderci qualche ora di relax in spiaggia.
Sveglia presto e solita colazione buona e abbondante. In sella. Passaggio in centro per comprare acqua (assolutamente vietato bere quella del rubinetto a causa di possibili/probabili problemi gastrointestinali) e cinque ore di internet, anche se nei prossimi giorni probabilmente non avremo modo di connetterci. Il centro di Bahia Honda e’ piu’ ordinato rispetto a quello di Mariel e dei paesi incontrati fino ad ora. Case accettabili, per non dire carine, anche se modeste, negozi piu’ forniti del solito e strade con qualche buca in meno.
Ormai ci siamo abituati al clima e ad interagire con le persone. Tutti vogliono scambiare due parole con noi di quel poco che conoscono dell’Italia. Allora Maldini, Baresi, Del Piero, Mastroianni, Torre di Pisa, Bud Spencer e Terence Hill. All’inizio del viaggio rispondevamo cortesi, ma frettolosi a causa del nostro programma da rispettare e, onestamente, per il non saper che dire su qualche nome tirato a caso. Ora ci fa piacere dedicare loro un po’ di tempo e scambiare due parole. Noi rispondiamo su Maldini, Baresi e compagnia bella, loro ci danno indicazioni su strade, prezzi in moneta nacional, cibi che non conosciamo. Loro sono felici, noi oltre ad essere felici conosciamo qualcosa in piu’ di Cuba e degli usi e costumi dei suoi abitanti.
La tappa e’ stata principalmente collinare, sali scendi tra alberi di banane, palme da dattero, mucche, capre e cani che ci corrono dietro abbaiando (tanti, ma tutti di taglia piccola).
Durante il percorso sosta rifocillante presso un fiumiciattolo a base di croccante, banane, arance, mandarini e gallette con miele, sempre trovate nella bici dispensa di Dudu, e in seguito sosta per dare delle penne colorate e dei pennarelli a dei bambini che giocavano scalzi nella terra. Una volta chiesto il permesso agli adulti vicini, Dudu e il Miche hanno portato loro i piccoli doni. I bambini erano felici, gli adulti anche e noi di piu’. Due fratellini in particolare hanno voluto fare una foto con Dudu e il Miche: ovviamente il Miche e’ troppo un duro per farsi fare una foto insieme a dei bambini sconosciuti, tranne il fatto poi di confessare che si vergognava.
Proseguendo verso Palma Rubia una signora su un carro trainato da cavalli ci chiede se avessimo da dormire; approfittando della richiesta abbiamo contrattato camera, cena e colazione.
Arrivati a Palma Rubia, bagagli in camera e via in spiaggia. Capiamo che la spiaggia non e’ accessibile a tutti, ma solo ai turisti muniti di passaporto e a fronte di un prezzo decisamente nelle possibilita’ della parte del mondo fortunata. Ovviamente il fatto di accedere ad una spiaggia riservata ai “ricchi” ci piaceva poco, ma avevamo promesso a Dudu che avrebbe fatto il bagno, poi domani e’ Natale e allora ci siamo concessi un piccolo lusso (oltre ai due giorni che trascorreremo in seguito in villaggio). Allora barca che punta verso la spiaggia e bagno. Tutto bello.
Domani oltre sessanta chilometri in parte montuosi per poi riscendere a Puerto Esperanza. Li una spiaggia aperta a tutti ci aspetta