Siamo sul volo che ci sta riportando in Italia e alla vita di tutti i giorni, dopo questo ennesima avventura, che questa volta, è risultata più complicata dal meteo e dalla morfologica di una nazione bellissima, in cui la natura è assoluta protagonista. Qui alla natura è concesso di dimostrare tutto quello che è in grado di scatenare.
Il nostro coraggio e la semplice volontà di resistere, a volte, non bastano per avere la meglio su di essa. La lotta contro il vento forte e contro la pioggia è lotta fisica, una battaglia contro un instancabile nemico nella quale non si vince mai. Al massimo possiamo riuscire o attenderci di non venir sconfitti. L’entusiasmo e la determinazione risultano fondamentali.
Ci svegliamo per la penultima volta nella nostra cabin di Invercargill. La giornata la dedicheremo ad un giretto del centro cittadino e ancor di più al relax, in vista di un lunghissimo viaggio di ritorno, che da Invercargill a Roma, ci richiederà poco meno di sessanta ore.
Ci attende una sorpresa. Di notte è passata la befana; probabilmente il giorno di ritardo è dovuto alla bufera che nei giorni precedenti si è abbattuta sulla città. Il Miche è il più felice di tutti perché ci ha sempre creduto.
Andiamo a fare colazione con calma. Latte, cereali, pane tostato con miele o burro di arachidi e caffè. Il tempo è variabile, ma il vento è sparito. Possiamo prendere le bici per stare un pochino a zonzo per la cittadina prima di iniziare a preparare bagagli e bici per il giorno dopo.
Usciamo. Pedaliamo fino a raggiungere il piccolo centro, composto da quatto strade dove sono concentrati i negozi. Niente di speciale, non ci sono negozi carini da visitare, eccezion fatta per un paio di negozi di abbigliamento tecnico per l’outdoor. Il nostro obiettivo è godere di questo ultimo giorno senza affaticare i bimbi.
Per pranzo l’ultimo Fish & Chips di questo lungo viaggio, quello che, per noi, è stato un po’ il piatto simbolo, poi pedaliamo senza una meta precisa per salutare questa piccola e grigia città che ci ha accolto per tre giorni.
Ci fermiamo al supermercato per comprare il necessario per una cena salutista a base di pollo e fagiolini lessi, dato che nei prossimi due giorni che ci attendono l’alimentazione sarà disordinata per orari e qualità; infine torniamo alla nostra cabin nel campeggio cittadino.
Tra doccia, relax, preparazione dei bagagli e delle bici passiamo il resto della giornata. Siamo già nella stanza quando mi chiama Keith, il nostro nuovo amico neozelandese. Mi dice che gli farebbe piacere passare con Kaitlyn, sua figlia, per un saluto. Ci fa piacere anche a noi.
Arriva nel giro di pochi minuti con una bella sorpresa per Dudu e per il Miche. Due maglie della squadra di rugby del Southland Stags, alla quale avevo scritto prima di partire per chiedere se i nostri giovani rugbisti avrebbero potuto allenarsi con loro, ma che a causa loro vaqcanze estive/natalizie non non è stato possibile. Keith aveva persino chiamato un suo amico che gioca negli All Blacks per presentarlo a Dudu e al Miche, ma sfortunatamente era a Queenstown, fuori città, quindi non è potuto venire. L’emozione dei bimbi nel ricevere le maglie del Southland Stags è comunque grande. Dudu impazzisce di gioia, mantre il Miche la indossa orgoglioso.
Ci salutiamo e Keith si offre di venirci a prendere la mattina seguente per portarci in aeroporto. Una persona splendida.
Sono le sei. Ci svegliamo per l’ultima volta nell’isola del sud. Abbiamo i tempi piuttosto stretti perché alle 8:30 arriva Keith per portarci in aeroporto. Arriva puntuale con il suo pick-up. Per portare noi, bici e bagagli in aeroporto servono due viaggi. Prima di salutarlo ci abbracciamo, e lo invitiamo in Italia. Speriamo di rivederci, ma sicuramente rimarremo in contatto.
Per noi ora inizia il lungo viaggio di ritorno: Invercargill – Christchurch – Auckland – Canton – Roma. Passeremo una notte nell’aeroporto di Auckland e otto ore a Canton, prima di arrivare dopo 58 ore a Roma.
Infine, come al solito, un po’ di numeri relativi a questo ultimo viaggio:
- 26 giorni trascorsi in Nuova Zelanda;
- circa 1000 chilometri pedalati;
- 18 giorni in cui abbiamo preso la pioggia;
- 10 giorni di vento;
- 8 notti di bivacco in tenda;
- 2 forature;
- Decine di paesaggi diversi;
- Decine fiumi l’acqua cristallina incontrati;
- Decine di foreste e boschi attraversate;
- Centinaia di conigli visti, di cui più della metà schiacciati;
- Oltre duecento pinguini che ci hanno fatto emozionare;
- Decine di persone conosciute;
- Centinaia di saluti scambiati;
- Infinite emozioni.