Siamo in una bella casa nel centro di Caserta, dopo una giornata caldissima in cui abbiamo pedalato in un contesto oggettivamente brutto, ma che ci ha ripagato con la visita ad un vero gioiello quale la Reggia di Caserta.
Ci siamo svegliati a Mondragone nel nostro b&b sperduto tra le colline. Una veloce colazione con latte, fette biscottate e marmellata e partiamo.
Dobbiamo percorrere circa cinquantacinque chilometri per essere a Caserta, al massimo alle 15:30, in quanto per le 17 abbiamo prenotato i biglietti per visitare la Reggia.
Dal b&b scendiamo per una stradina sterrata che si immette nell’Appia antica. Svoltiamo in direzione Mondragone di cui dobbiamo attraversare tutto il centro, prima di uscirne.
Lasciamo la città, le strade sono piuttosto strette e malridotte e ai due lati ci sono cumuli di spazzatura, discariche di elettrodomestici e scarti di materiali edili. La maggior parte delle auto e dei camion ci sfreccia accanto senza mantenere la distanza minima di sicurezza da noi. Il territorio è prevalentemente agricolo. Frutteti si alternano a piantagioni di tabacco. È la prima volta che ne vediamo fuori da Cuba.
Il caldo ci fiacca un po’ le gambe, tanto che oggi facciamo soste più frequenti. Ad ogni fontanina ci bagniamo la testa e facciamo il pieno alle borracce; ci fermiamo ai fruttivendoli e ai bar per frutta e gelati.
Proseguendo sulla strada provinciale attraversiamo vari paesi: Cancello ed Arnone, Gazzanise, Santa Maria la Fossa. A Capua ci fermiamo in un supermercato per pranzare e per godere di un po’ di aria condizionata. Un bancone pieno di cose buonissime, per lo più campane è invitante, ma mangiare del cibo pesante significa non ripartire più. Dudu e il Miche, a malincuore, si devono accontentare di una insalata di riso, io e Micky una bevanda proteica della Danone e frutta.
Ripartiamo incontrando Santa Maria Capua Vetere, la antica città di Capua, con il suo anfiteatro romano, che fa esclamare al Miche: “C’è un Colosseo anche qui!”. Effettivamente l’anfiteatro come dimensioni è secondo soltanto al Colosseo, per il quale probabilmente fece da modello.
Sono passate da poco le tre del pomeriggio quando entriamo a Caserta; andiamo a prendere possesso della casa che abbiamo prenotato per la notte.
Ad attenderci Mario, un ragazzo sui trent’anni, palestratissimo e tatuatissimo. È gentile e disponibile. Ha iniziato da poco ad affittare la casa che ha appena ristrutturato e ci tiene che tutto sia in ordine e di nostro gradimento. Effettivamente la sistemazione è eccellente e il frigorifero è pieno di bibite e di yogurt. Non possiamo chiedere di meglio.
Per cena ci piacerebbe provare la famosa pizza dei Masanielli, ormai da qualche anno la migliore pizzeria d’Italia, ma Mario ci fredda subito gli entusiasmi dicendoci che mediamente servono due-tre settimane per avere un tavolo. Veniamo indirizzati alla pizzeria “Le tre farine”, non al livello dei Masanielli, ma comunque eccellente.
Salutiamo Mario, facciamo una doccia, ci cambiamo e andiamo a visitare la Reggia di Caserta.
Entriamo prima nel meraviglioso parco che possiamo visitare con le bici. Si estende in tre chilometri e per tutta la sua lunghezza è attraversato al centro da piscine e piccoli salti di acqua; sul fondo una cascata, mentre sui due lati si possono ammirare numerose statue.
Pedaliamo dalla reggia verso la cascata ammirando ciò che ci circonda. Circa duecento metri davanti a noi due ragazzi con la bicicletta. Ci incontriamo sotto la cascata e…… sorpresa. Sono due giovanissimi cicloturisti milanesi che abbiamo incontrato a Sperlonga. Hanno fatto un percorso completamente diverso dal nostro e il caso ha voluto che ci rincontrassimo alla Reggia di Caserta.
Finito di girare il parco leghiamo le bici e andiamo a visitare gli appartamenti. Purtroppo abbiamo soltanto quarantacinque minuti prima che la Reggia chiuda.
Saliamo su per l’imponente scala in marmo. La scultura di due enormi leoni ci guarda dalla sommità della scala. Il percorso ora è obbligato; entriamo nelle varie sale, arredate e affrescate in modo sfarzoso. Quello che ci lascia un pochino delusi è il trono, obiettivamente piccolino rispetto a come possiamo immaginare un trono. Bella invece la sala di conversazione della regina che comunica con una sala di attesa per le dame che devono fare conversazione 😂.
Concludiamo la visita della Reggia con la biblioteca e la pinacoteca in cui sono ritratti tutti i membri della famiglia reale. Potenti, ma bruttini 😬.
La giornata è quasi finita, abbiamo percorso circa settantacinque chilometri, non ci resta che concludere in bellezza con una pizza d’autore.
La pizza ai tempi del Covid.
Prima di entrare al ristorante “Le tre farine” dobbiamo indossare la mascherina, ci dobbiamo disinfettare le mani e misurare la temperatura. Ad accoglierci un responsabile di sala che ci conduce al tavolo senza farci incrociare con altri clienti. Compiliamo un modulo che testimonia che siamo un nucleo familiare e che non siamo tenuti a rispettare, tra noi, il distanziamento di un metro. Onestamente apprezziamo il rigore con cui sono rispettate le regole.
Ora possiamo ordinare. Pizza bufala e pomodorini per il Miche, mozzarella di bufala, pancetta e crescione romano per Dudu, tre formaggi per Micky e infine parmigiana per me con melanzane fritte e parmigiano stagionato ventiquattro mesi. Tutte eccellenti. Tra le pizze più buone mai mangiate.
Torniamo a casa soffermandoci in una gelateria per concludere in bellezza una giornata lunga e ricca di episodi.