Faba. Fine della dodicesima tappa. È iniziata la salita verso l’ultimo e più temuto monte che si incontra lungo il cammino di Santiago. O Cebreiro, che per la drammaticità della salita mi fa venire a mente O Zappatore di Mario Merola ?. Mattinata tra vigneti, che ci hanno regalato un po’ d’uva, e boschi. Tutto un saliscendi che preparava le gambe al pomeriggio. Pomeriggio in salita: in sella ove possibile, altrimenti a spinta, come in un bosco con terreno roccioso che più che a spinta era bici in spalla.
Anche oggi abbiamo il fenomeno della giornata. Una pellegrino che dorme nella stessa nostra struttura. Ci ha chiesto se fossimo partiti da Ponferrada (giusto per fare gli ultimi 200 km in bici, validi per la Compostela). Quando gli abbiamo detto di essere partiti da Roncisvalle, oltre a farci i complimenti, ci ha dato dei pazzi. Al che gli ho chiesto: “te da dove sei partito?”. Risposta: “Da Santa Maria di Leuca! Volevo partire da quella che i romani chiamavano Finibus Terrae e arrivare a Finisterre. 5000km. Tutti in sterrato. Anzi oggi ho superato i 4800km.” ?????. “E quando sei partito?” “Il 23 luglio! ” ?????????
Insomma. Abbiamo incontrato superman. A dire la verità mi sembrava un po’ un disagiato, ma tanto di cappello.
Domani ci lasceremo alle spalle O Cebreiro, quindi ora devo riposarmi. Notte.
Pedalando tra l’oceano e le montagne
Chi se lo sarebbe immaginato che avremmo finito la giornata sotto un ponte? Siamo dentro la nostra tenda al riparo...