Dopo oltre venti giorni di fatica, con chilometri di strade percorse e paesaggi che scorrevano come fotogrammi di un film, finalmente siamo arrivati a Bucarest. Ogni pedalata ci ha avvicinato alla meta, attraversando montagne oggetto di leggende, colline coltivate e pianure polverose, sfidando il sole cocente e la pioggia battente.
L’ultima pedalata del nostro viaggio inizia a Tâncăbești. La luce del mattino filtra attraverso la porta-finestra che si affaccia su un lago tranquillo, i cui unici movimenti sono i pesci che saltano. Facciamo una colazione abbondante: uova fritte, frutta fresca, pane con marmellata e caffè. Prima delle nove siamo già in sella. Dopo un breve tratto di strada statale, svoltiamo su una strada secondaria per poi imboccare un viottolo che si inoltra in un bosco.
Le foglie secche scricchiolano sotto le ruote, accompagnando il nostro passaggio in quello che sembra un bosco incantato, dove le fronde degli alberi si disegnano archi perfetti sopra le nostre teste. Usciti dal bosco, continuiamo su strade secondarie, anche se la presenza di auto e camion fa sembrare di trovarci su un circuito.
Attraversiamo la periferia di Bucarest, piuttosto anonima, ma ordinata e pulita. Lungo la strada, notiamo diverse auto di lusso; tra tutte, spicca una Lamborghini Urus con la carrozzeria oro rosa specchiato, che ci sfreccia accanto brillando come un gioiello.
Alloggiamo al Continental Forum Bucharest, di fronte al colossale Palazzo del Parlamento rumeno. È il secondo edificio amministrativo più grande al mondo dopo il Pentagono.
Ci dedichiamo subito a smontare le biciclette, riponendole con cura nelle loro sacche. Organizzato il transfer per l’aeroporto, possiamo finalmente sistemarci in camera e concederci una doccia veloce prima di uscire per una breve visita della città.
Passiamo davanti al Palazzo del Parlamento, con le sue dimensioni monumentali: oltre 1.100 stanze distribuite su 12 piani e altrettanti sotterranei. Costruito a partire dal 1984 per volere del dittatore Nicolae Ceaușescu, il palazzo ci sembra soltanto una chiara manifestazione di potere e megalomania.
Ci dirigiamo poi verso la Città Vecchia, il cuore storico della capitale rumena. È una zona dal fascino particolare, con le sue strette strade acciottolate, edifici storici, chiese ortodosse e numerosi negozi di souvenir, bar e ristoranti. I ragazzi all’ingresso dei locali fanno a gara per attirare clienti. Passeggiamo lungo la via principale e visitiamo la chiesa Stavropoleos, un piccolo capolavoro architettonico. Entriamo con discrezione. Una messa ortodossa è in corso. L’interno è buio, e alla luce fioca gli affreschi e le sculture in legno scuro donano al luogo un’atmosfera medievale. Osserviamo con rispetto la funzione per qualche minuto, poi usciamo.
Di fronte alla chiesa, notiamo uno dei ristoranti più iconici di Bucarest, il Caru’ cu Bere, un luogo che merita una visita anche solo per la sua bellezza. Nonostante la tentazione, decidiamo di optare per una pizza da Domino’s, come espressamente desiderato da Michelangelo, soprattutto dopo una settimana di cucina tradizionale rumena. Chiediamo di poter dare un’occhiata all’interno del Caru’ cu Bere: l’architettura che mescola stili gotico e barocco, gli affreschi, le vetrate colorate, i soffitti alti e le scale in legno intagliato creano un ambiente davvero suggestivo, che sembra trasportarci indietro nel tempo.
La pizzeria Domino’s dista due chilometri e mezzo, e siamo esausti. La visione di due monopattini abbandonati ci dà un’idea. Stessi equipaggi: Niccolò e Micky, Michelangelo ed io. Una pepperoni pizza XXL ed una margherita regular ci saziano a dovere, ma prima di tornare in hotel decidiamo di fare un ultimo giro.
Rimaniamo affascinati dalla Piața Unirii, nota anche come Piazza delle Fontane. È un’enorme piazza completamente coperta da fontane che ci sorprendono con spettacolari giochi d’acqua e luce, qualcosa di unico che non avevamo mai visto prima. Un degno effetto speciale per concludere questo viaggio.
La conclusione di questa ennesimo, magnifico viaggio non fa che accrescere il nostro desiderio di partire per il prossimo. Dopo aver affrontato il caldo estremo, volgiamo ora lo sguardo verso l’Oriente, pronti a pedalare di nuovo, questa volta nel freddo. Ad maiora.
Comments
1 commentoFrancesca
Ago 25, 2024Che meraviglia! Grazie per averci portat* con voi!
Alessandro Falleni
Ago 25, 2024Grazie a te per averci seguito.
Ora non ci resta che aspettare dicembre 😃.