Siamo a Khao Lak, una località turistica nella provincia di Phang Nga. È completamente un’altra Thailandia rispetto a quella vista fino a ieri. Qui la principale fonte di reddito è il turismo di massa, con tutto quello che comporta di positivo e di negativo: benessere, ma anche sfruttamento della manodopera locale, strutture e servizi, ma anche cementificazione senza regole in paradisi naturali. Khao Lak è stata colpita duramente dallo tsunami del 26 dicembre 2004 e in questi quattordici anni ha saputo rinascere per puntare ancora di più sulla sua fornte primaria di reddito.
Ci svegliamo nel nostro bungalow di Talua Pa. Fuori il sole sta sorgendo. La giornata è limpida e il vento assente. Il programma di oggi, essendo particolarmente vicini a bellissime spiagge tropicali, prevede soltanto una trentina di chilometri da percorrere, così che ci si possa rilassare e godere un po’ di mare.
Una colazione in camera base di latte, yogurt e cereali, e in sella, lungo il solito stradone che ci sta accompagnando negli ultimi giorni. La prima spiaggia che vogliamo visitare è a soli otto chilometri. Imbocchiamo una strada sterrata tra i boschi, e, dopo un breve tratto ci affacciamo in una meravigliosa spiaggia dalla sabbia dorata.
Poche persone, una barchetta arenata e noi con le nostre bici. Indossiamo velocemente il costume e passiamo due ore tra bagni di sole e tuffi in un mare decisamente ondoso. Il tempo passa in fretta, Dudu e il Miche non vorrebbero più partire, ma dobbiamo ancora fare una ventina di chilometri e visitare un’altra spiaggia. Ci rimettiamo in sella, bagnati, salati e felici.
Subito una salita da affrontare, lunga e ripida, ma i chilometri da percorrere scorrono velocemente. Sosta ad un cocomeraio per comprare un cocomero; vogliamo portarlo in camera e metterelo in frigo. Ci servono due signore, una con un bambino piccolo, incuriosite da questa curiosa banda con le biciclette cariche. Cercano di comunicare, chiedendoci da dove veniamo e qual è il nostro percorso. Ci offrono una fetta rinfrescante ciascuno che mangiamo con gusto mentre guardiamo due bambini che scorrazzano con un motorino. Una vita semplice, sicuramente con meno opportunità si quante possiamo averne noi, ma sembrano felici.
Un ultimo sforzo ed attiviamo a Khao Lak. Negozi, ristoranti, hotel e affittacamere si susseguono.
Il nostro hotel è nella strada principale. Il tempo di fare il check-in ed usciamo subito per comprare qualcosa per pranzo e andare a fare un bagno al mare.
Khao Lak ha una bella spiaggia color bronzo su cui si affacciano numerosi resort. È frequentata per lo più da europei e russi alla ricerca di un luogo caldo dove passare le vacanze. Ogni resort ha la propria polizia privata che si occupa della sicurezza degli ospiti; uno dei poliziotti ci indica di lasciare le bici lungo la strada. Sono al sicuro.
Consumiamo il pranzo in spiaggia. Un amico, che noi chiamiamo “lupo di mare” ci controlla a vista, nel caso in cui ci cadesse qualcosa per terra, e noi siamo felici di condividere qualcosa con lui.
Passiamo un pomeriggio da villeggianti tra mare e sole, prima di andare in uno dei numerosi centri massaggi lungo la strada per regalarci un massaggio con olio di palma.
Quattro lettini affiancati, quattro ciclisti stanchi e quattro brave massaggiatrici. È il sesto massaggio che ci concediamo, sicuramente quello eseguito meglio e il più rilassante. Il Miche dopo cinque minuti scarsi dorme e la sua massaggiatrice, divertita, continua a lisciarlo e massaggiarlo delicatamente per tutta l’ora, attenta a non svegliare un sonno di bimbo, così bello e profondo.
Non ci resta che tornare in hotel a fare una doccia prima di uscire per cena.
Una cena in stile thai in un vicino ristorante, poi a letto. Da domani riprendiamo a macinare i chilometri.