È il giorno della partenza. Un’altro bel viaggio è giunto alla conclusione. In noi la solita malinconia che accompagna ogni rientro, ma allo stesso tempo la voglia di iniziare subito a pensare al prossimo.
Tra qualche ora inizieremo a spostarci in direzione dell’aeroporto. Essendo sospesi per due giorni i treni per l’aeroporto di Mosca-Šeremét’evo ci affidiamo ad un servizio che per settanta euro ci fornisce un furgone con autista. Perfetto per le bici. L’appuntamento è a mezzogiorno davanti all’ostello. Possiamo fare le cose con calma, visto che anche l’ostello dobbiamo lasciarlo entro mezzogiorno.
Ci alziamo alle otto. Oggi colazione la facciamo fuori. Prendiamo le bici usciamo. Non ci sono molte persone o auto in giro, è domenica! Un locale disposto su due piani sembra un posto carino per l’ultima colazione russa. Appena si entra ci troviamo davanti a un grande bancone con in mostra dolci e brioche. C’è l’imbarazzo della scelta. Il pavimento è in legno, così come l’arredamento che è in legno e metallo. Saliamo a primo piano e ci sediamo vicino ad una ampia vetrata che da sulla strada. Due cioccolate calde, due cappuccini e quattro brioche. Mangiamo in fretta perché, non possiamo lasciare Mosca senza aver visitato i magazzini GUM (acronimo di Grandi Magazzini Statali), una sorta di Grandi Magazzini Harrods di Londra o di Galeries Lafayatte di Parigi in salsa moscovita.
I magazzini, adiacenti alla piazza rossa, proprio di fronte al Cremlino sono un punto di riferimento per lo shopping, oggi soprattutto del lusso moscovita, da oltre cento anni. Elegantissimi. All’ingresso portieri vestiti con giacche rosse con bottoni dorati ci invitano ad entrare con un ampio gesto della mono ed un bel sorriso. L’interno è bellissimo. Oltre ai negozi dei maggiori brand del lusso ci sono negozi più economici per ricercare l’ultimi souvenir. Una immensa fontana è piena di cocomeri in fresco. Sembra di essere in uno di quei grandi magazzini che si vedono nei film.
Spendiamo qui l’ultima ora del nostro viaggio, prima di tornare in ostello, a smontare e impacchettare le bici in attesa del furgone che ci porterà in aeroporto.
Ecco il furgone. Carichiamo con cura le bici e saliamo. Lungo il tragitto che ci porta in aeroporto vediamo scorrere le ultime immagini di questa città meravigliosa. È certo che torneremo.
Il conducente accende la radio e inserisce una chiavetta mp3 con la sua musica. Inizia Louis Armstrong con la sua “What a wonderful world”, poi Angel dei Rolling Stones. A seguire gli Eagles, Bocelli, Bon Jovi, Talk Talk, i Beatles. La colonna sonora perfetta per concludere un viaggio fantastico.
Come al solito, un po’ di numeri relativi a questo ultimo viaggio:
- 23 giorni in sella alle nostre biciclette;
- 1200 chilometri pedalati;
- 4 stati attraversati;
- 4 nuove lingue ascoltate;
- 1 nuovo alfabeto quasi imparato;
- 14 giorni in cui abbiamo preso la pioggia;
- 8 notti di bivacco
- 1 foratura;
- 1 catena rotta;
- Decine di laghi con l’acqua cristallina incontrati;
- decine di foreste e boschi attraversate;
- Decine di piatti assaggiati;
- Decine di persone conosciute;
- Centinaia di saluti scambiati;
- Migliaia di emozioni provate.