Arrivederci Giappone. Come quelle persone eccezionali, ma scorbutiche, hai provato a non farti piacere riservandoci un caldo soffocante, facendoci pedalare sotto una pioggia incessante, scomodando un tifone per tenerci chiusi in hotel, ma alla fine ti sei mostrato per quello che sei: un luogo meraviglioso.
Oggi, dopo una mattina passata a salutare Tokyo e a visitare gli ultimi luoghi che desideriamo vedere ci trasferiamo a Narita, a due passi dall’aeroporto, da cui domattina ci imbarcheremo per tornare in Italia.
Sveglia presto e colazione. Abbiamo ancora due luoghi da visitare e poi dobbiamo trovare un mezzo che ci porti verso Narita.
Prima tappa è il tempio Sensō-ji nel quartiere Asakusa. I templi ci hanno accompagnato lungo il nostro viaggio e il nostro viaggio non poteva concludersi senza che tornassimo in un tempio.
Il Tempio Senso-ji fa parte di un complesso di edifici, giardini e pagode racchiuse all’interno di un alto muro di cinta. Per accedere al tempio occorre superare il mastodontico portale caratterizzato dalla presenza di una grande lanterna di carta centrale, simbolo di prosperità e protezione dalle calamità naturali; il portale accoglie le due statue laterali delle divinità Fujin (dio del vento) e Raijin (dio del tuono).
Il tempio è affollatissimo; siamo molto lontani dalla pace e dalla tranquillità dei templi incontrati durante lo Shikoku Henro, tuttavia, incuranti della folla facciamo il rituale che abbiamo imparato e Micky recita il suo ultimo sutra giapponese.
Riprendiamo le bici e ci dirigiamo verso il quartiere di Ginza, dove tra negozi di lusso e grandi marchi si trova il palazzo Yamaha della musica. Ci fermiamo alla stazione per informarci su treni e navette per Natita. La navetta è nettamente più conveniente, oltre ad essere più rapida e più comoda da prendere; non dobbiamo raggiungere un binario con la bici chiusa nella sacca e portata in spalle. A dire la verità il personale ci fa un po’ di storie per le quattro bici, ma alla fine la spuntiamo. Torneremo nel pomeriggio a prenderla!
Il palazzo della musica è disposto su otto piani. Oltre a poter provare i vari strumenti, sono presenti vari laboratori di musica. Io rimango a guardare le bici, mentre Micky, Dudu e il Miche visitano il palazzo. Tornano felici dopo aver suonato ogni strumento disponibile; posso immaginare che musica.
Ormai è ora di pranzo. Ci concediamo l’ultimo pranzo nella terra del sol levante a base di sushi, takoyaki, riso fritto con uovo e maiale, insalata, onigiri.
Ora non ci resta che andare a prendere la navetta per Narita. Attraversiamo nuovamente Ginza, con una strada principale che di domenica è resa pedonale. Possiamo così godere in pieno di questa lussuosa via, dei suoi grattacieli, delle persone che guardano le costose vetrine e delle persone che comprano nei costosi negozi. È caldo e il cielo è limpido. Ci rendiamo conto che stiamo salutando Tokyo e il Giappone, ma non abbiamo rimpianti.
Arriviamo di fronte alla stazione, dove partono le navette. Ci mettiamo in fila, smontiamo le bici, e ci conquistiamo un posto nella navetta delle 15:20. Ci porterà all’aeroporto, dove dovremo rimontare le bici per percorrere i tre chilometri che ci separano dal nostro ultimo hotel. I grattacieli piano piano lasciano il posto a capannoni e case di periferia, gli enormi ponti e le sopraelevate alle superstrade e strade secondarie.
Scendiamo al Terminal2, il primo che incontriamo, rimontiamo le bici sotto il sole per fare una ultima, immensa, sudata e poi via fino in hotel.
Un hotel grande e curato, con tutti i servizi desiderabili: dal supermercato al negozio di profumi, dalla piscina alla palestra, dalla sauna all’onsen. Ci viene assegnata una camera enorme. Due letti matrimoniali e due singoli, più un tavolino per poter mangiare. Abituati alle dimensioni delle stanze in cui abbiamo dormito ultimamente, è una piacevolissima sorpresa.
Decidiamo che l’ultimo giorno ci regaliamo un po’ di meritato relax. E allora tutti in piscina. Una bella nuotata precede una sauna e un onsen rilassanti, poi un po’ di beauty farm con prodotti per la cura della pelle e dei capelli. Ne usciamo nuovi di zecca.
Cena nella nostra suite presidenziale e a letto, belli larghi.
Domani si torna a casa!