Fisterra o Finisterre. Fine della ventesima ed ultima tappa. Siamo arrivati alla fine del mondo. Li dove dovevamo arrivare.
Sveglia sotto una pioggia battente, ma pronti per l’ultima pedalata tra i monti e l’oceano, mentre dei pellegrini dormono ancora sotto una tettoia.
Monti coperti da boschi di eucalipto e pini con sottobosco coperto di felci. Mano a mano che saliamo ci avvolgono sempre più le nuvole fino ad arrivare a non vedere niente. L’odore del bosco bagnato, misto al forte odore di salsedine proveniente dall’oceano, le nuvole che ci abbracciano.
L’ultima giornata me la immaginavo esattamente così. Il clima e l’atmosfera sono perfetti per il congedo da questa avventura.
Questo tratto è di nuovo poco commerciale rispetto agli ultimi 100 km di cammino. Una sosta da Pepe, un signore che vive in una baracca in armonia con la natura. In cambio di un donativo ci ha preparato una moka gigante di caffè e ha conversato della bellezza della Galizia e del vivere lentamente. Poi di nuovo in sella per arrivare alla fine del mondo.
Ora siamo qui a ripensare al percorso. Domani ci aspetta ancora la visita al faro, il punto più a ovest che segna il chilometro zero del cammino e una sosta in una spiaggia a raccogliere le conchiglie, simbolo del cammino. Poi pullman verso Santiago per prepararsi al ritorno a casa.
Notte.