Siamo a Santarém dopo aver trascorso la giornata più faticosa del nostro percorso. Cinquantasei chilometri sotto il sole cocente di una giornata torrida, pedalata per lo più su sterrato.
La sveglia mattutina ci riserva una gradita sorpresa: sotto la porta della camera troviamo un biglietto che ci augura “”bon caminho”. Il miglior augurio per dei pellegrini che devono mettersi in viaggio 🙂 .
Colazione ad un bar con latte e una pasta, buona e gigante. Qui, come avevamo già avuto modo di notare lo scorso anno in Spagna, le paste sono giganti; almeno il doppio, forse più, di quelle che troviamo nei nostri bar. Ci rifocilliamo ben bene e subito in sella.
Usciamo dal paese ed andiamo a guadagnare la pista ciclabile di fianco alla ferrovia che sfortunatamente dura poco. Ci ritroviamo infatti a pedalare lungo una strada nazionale, in un area addetta alla logistica, con un enorme viavài di tir. L’attenzione è massima. Dopo circa dieci chilometri possiamo rilassarci entrando nella cittadina di Azambuja. Li possiamo fermarci ad un supermercato per comprare qualcosa per il pranzo e agganciare al rimorchio la bici del Miche.
Ci rimettiamo in marcia e notiamo numerosi tir carichi di pomodori avanti e indietro per le strade. Stiamo entrando in una zona votata alla coltivazione e alla lavorazione del pomodoro. Per tutto il pomeriggio pedaleremo tra stradine sterrate e polverose nel mezzo a campi di pomodori. Stradine percorse, oltre da noi e qualche altro pellegrino, da trattori e camion che si riforniscono. Il terreno è quello classico di una strada di campagna misto a sabbia. Faticosissimo da pedalare. Alla fine pedaleremo su questo tipo di terreno per circa trenta chilometri attraversando un solo paese nel quale ci fermiamo per una bibita fresca e un timbro sulla credenziale. Ci concediamo varie soste per riprendere fiato all’ombra dei pochi alberi presenti sul percorso, nei pressi di una cascina un’anziana signora viene da noi per offrirci un bicchiere d’acqua fresca.
A metà pomeriggio siamo sfiniti. Siamo ormai in vista di Santarém, che si trova su una collina, quindi ci attende un ultimo sforzo prima di arrivare.
Arriviamo all’ostello, bike friendly. Ad accoglierci Miguel e sua moglie due signori che da subito si mostrano gentilissimi. Portiamo le bici nel garage, facciamo una doccia per toglierci la polvere di dosso e usciamo a fare la spesa. Essendoci la possibilità di utilizzare la cucina decidiamo di prepararci la cena da soli. Il menù prevede una sopa come primo. Secondo a base di arrosto di maiale per Micky, Dudu e il Miche, un azzardato baccalà con ceci per me. Dessert a base del solito dolce tipico, ovos moles de aveiro. Cosa sono? Ostie con dentro una crema densa a base di rossi d’uovo. Non malvagi, ma se in un ipotetico regime dietetico ipocalorico dovessi giocarmi il dolce settimanale non mi verrebbero in mente gli ovos moles de aveiro.
È presto, alle otto abbiamo già finito di mangiare, ma data la stanchezza il letto ci aspetta!
Comments
1 commentoGiovannella
Ago 17, 2017Voi mangiate i pomodori portoghesi gli zii insieme a me quelli…..vostri…..buonissimi!!!!!!