Ciao Portogallo. Sei stato la nostra casa per diciotto giorni. Diciotto giorni in cui ci siamo resi conto che per noi il portoghese è veramente difficile. Diciotto giorni in cui abbiamo apprezzato le tue meraviglie naturali: l’oceano, le falesie, le spiagge, le campagne che ricordano un po’ le nostre. Diciotto giorni in cui abbiamo incontrato persone cordiali e sorridenti con pochissime eccezioni.
Ci separano dalla Spagna solo dodici chilometri, poi poco più di cento di Galizia e termineremo la nostra avventura.
Sveglia a Vila Nova de Cerveira con un misto di eccitazione per il l’attraversamento di un confine e di dispiacere di per l’avvicinarci alla fine della vacanza. Una veloce colazione e subito il sella. Percorriamo la strada statale tra il fiume e un bosco di querce seguendo le indicazioni per España. Sappiamo che il confine è delineato dal fiume che stiamo costeggiando e che presto attraverseremo.
Arriviamo al confine. Attraversare il ponte ci comporta il cambio di fuso orario, perdiamo subito un’ora. Lo attraversiamo lentamente per gustarci il momento, poi siamo in Spagna, a Tui, una città medievale arroccata su una collina; ci fermiamo in un parco a fare una pausa e a mangiare qualcosa per poi subito ripartire.
Uscendo da Tui iniziamo a sentire dei botti; inizialmente pensiamo a dei cacciatori, ma sono continui e ad una cadenza regolare. Sono i festeggiamenti per San Bartolomeo. Nella campagna di Tui un signore prende da un furgone dei razzi e li lancia uno dopo l’altro con una precisione non comune. Rimaniamo un po’ a guardarlo, unendoci ad un capannello di persone, dopo di che proseguiamo il nostro cammino seguendo la freccia gialla.
La Galizia con i suoi boschi, i suoi corsi d’acqua, alternati da campagne coltivate a vigne ci affascina. Da sempre è stata percorsa da pellegrini che si recavano a Santiago e per questo è ricca di storia e di riferimenti a santi. Percorrendo una strada medievale con un ponte troviamo una lapide che ricorda che li è morto San Telmo.
Passiamo oltre e, ovviamente, non poteva mancare l’inconveniente tecnico del giorno. Il gancio per il rimorchio ha ceduto ed ora la bici del Miche durante le curve struscia un pedale a terra; così non possiamo andare avanti o finiremo per rovinarla. Ci fermiamo per studiare una soluzione che, temporaneamente, ci permetta di proseguire. Si ferma un signore che, in un italiano stentato, si offre di aiutarci. Si chiama Costantino, ha una sessantina d’anni e dice di essere stato un ciclista professionista nella squadra Carrera. Abita li vicino e dice che a nel suo garage ha qualche attrezzo un più per sistemare il gancio.
Lo seguiamo attraverso una stradina sterrata. Arriviamo ad una vecchia casa di campagna con mucche, galline e capre. Costantino invita Dudu e il Miche a visitare gli animali e a raccogliere qualche mela da due alberi stracolmi, poi apre il garage, porta dentro il gancio e inizia a lavorare con martello, morsa e altri attrezzi più da fabbro che da meccanico. Non ha bisogno di aiuto, anzi, vuole lavorare in santa pace, così mi metto i disparte a guardarlo mentre lavora. Una volta finito il problema sembra risolto e noi, dopo averlo ringraziato sentitamente, ed aver ricevuto indicazioni sulla strada, ripartiamo.
Mancano sedici chilometri Redondela, e la strada è un susseguirsi di saliscendi faticosi. Ci fermiamo in un supermercato per una pausa rinfrescante. Gelato e fragole ci sembrano un ottimo spuntino prima di ripartire. In molti per la strada ci salutano, sarà per il calore delle persone nei confronti dei pellegrini, sarà per il nostro essere pellegrini atipici, ma riscuotiamo simpatia.
Siamo fermi in una piazzola per bere prima di affrontare l’ennesima salita. Una BMW blu mette la freccia e parcheggia. Esce un signore con dell’acqua e due bottiglie di integratore di sali minerali in mano; si avvicina e ce le offre. Ringraziamo dicendo cha abbiamo le borracce piene, ma il signore insiste per dare gli integratori ai bimbi: uno al limone e uno all’arancia. Ottimi 😀 .
Arriviamo a Redondela, non ci resta che cercare il nostro Ostello. Check in, doccia e, visto che c’è la lavatrice, il Miche e Micky fanno il bucato, per una volta non a mano. Una cena fuori a base di “pulpo a la gallega”, calamari fritti e tortillas e poi a letto.
Comments
1 commentoGiovannella
Ago 29, 2017Meno male che sbagli anche tu,se lo sanno gli animalisti che ti mangi un…..cane!!!!
Alessandro Falleni
Ago 29, 2017Corretto. Pignola 🙂