Quarantanove chilometri percorsi oggi. Ci siamo lasciati alle spalle una della capitali più vivaci e fresche che abbiamo visitato e abbiamo iniziato a seguire il percorso che ci porterà a Santiago della Compostela.
Sveglia di prima mattina, con molta fatica, dopo una notte insonne per caldo, rumore e zanzare. Colazione e in sella. Prima sosta alla cattedrale di Lisbona da dove inizia il nostro Cammino Portoghese. Ci arriviamo attraverso una serie di vicoli stretti già pieni di turisti. Giunti alla cattedrale non troviamo il modo di mettere il primo timbro sulle nostre credenziali.
La Credenziale è un documento di viaggio che accompagna sempre il pellegrino. Serve ad attestare la sua identità, la sua condizione e le sue intenzioni. Serve a distinguere un vero pellegrino da ogni altro viaggiatore. Noi, prima di partire, la abbiamo richiesta e successivamente ritirata alla confraternita di San Jacopo di Compostella.
Alla cattedrale incontriamo un gruppo di ragazzi di Arezzo con i quali socializziamo subito. Ci indicano una chiesetta accanto alla cattedrale; li è nato Sant’Antonio da Padova. Si è proprio nato a Lisbona. Loro, dopo una visita a Lisbona e una a Fatima, inizieranno il loro cammino da Porto nei prossimi giorni. Sicuramente li rincontreremo lungo il percorso.
Noi intanto iniziamo il nostro. Dobbiamo seguire la freccia gialla; per poco più di ottanta chilometri, precisamente fino a Santarém, il cammino portoghese si sovrappone al cammino di Fatima.
Il percorso di oggi si snoda interamente lungo il Tago, tra passerelle in legno, stradine sterrate in mezzo ai canneti.
L’uscita da Lisbona è bellissima. Attraversiamo tutta la parte nuova costruita lungo il Tago per l’Expo del ’98. L’Oceanário, La Torre Vasco de Gama, il Parco delle Nazioni e poi una lunghissima pista ciclabile sul fiume costruite in legno.
Dopo soli venti chilometri, qualche distrazione e caduta di troppo ci ha fatto capire che il Miche aveva già finito la benzina, quindi bicicletta al rimorchio. Il caldo inizia davvero a farsi sentire e la brezza oceanica dell’Algarve è solo un ricordo al quale sfuggiamo con soste rinfrescanti non appena se non presenta l’opportunità: una fontanella pubblica, un bar o chiosco che ci piace, un supermercato, un parco. Oggi durante una sosta ho bevuto il mio primo sidro di mele della stagione 🙂 .
La strada scorre bene e le indicazioni sono numerose e sufficientemente chiare. A metà pomeriggio siamo già a destinazione. Una vecchia pensione indicata nella guida non promette affatto bene. Impressione fortunatamente sbagliata. Ci apre una signora gentilissima che si offre persino di aiutarci a portare i bagagli in camera. Noi ringraziamo rifiutando cortesemente: le scale sono ripide, i bagagli pesanti e la signora non più giovanissima. Apprezziamo comunque moltissimo il gesto. La camera piccola, ma ben sistemata, ordinata e pulita, con un bagno altrettanto carino.
Cena in uno dei pochi locali aperti di domenica. Ci accomodiamo in una saletta con due televisioni ai due lati opposti. I clienti quasi equamente suddivisi. Metà guardano una partita in un lato, l’atra metà guarda una corrida sull’altro. Una simpatica cameriera che parla soltanto portoghese cerca di descriverci i piatti nel menù: Dudu e il Miche ripiegano sul solito hamburger con patatine, Micky ed io ci avventuriamo in un piatto tipico a base di carne con una salsina e un uovo sopra, con contorno di insalata, riso bianco e patatine. Come dei veri portoghesi, prima del piatto principale ci facciamo portare la sopa, una ottima zuppa di verdure molto cremosa. Ottima.
Rientro in camera e ninna, che domani ci aspettano circa cinquantacinque chilometri!