Una giornata a Lisbona ricca di avvenimenti e di incontri.
Sveglia con un programma in mente fittissimo. C’è da correre. Colazione in ostello e via con la prima tappa. La ricerca di un ciclista in grado di ridare vigore alla mia bicicletta. Google ci aiuta a trovare un negozio che ripara bici in direzione del centro.
Un negozio con una officina piccola, ma funzionale e un gran numero di bici pieghevoli Brompton in esposizione. Non il mio genere, ma bellissime e comodissime per chi vive in una città e deve spostarsi anche con i mezzi. Un ragazzo alto, magro e gentile si prende cura della mia bicicletta. Per non fare la parte dell’anziano che assiste ai lavori stradali dispensando consigli, lo avviso che aspetterò la fine della riparazione nel bar accanto. Un succo d’arancia per Micky, Dudu e il Miche, un menù della mattina per me, a base di un indecifrabile succo de giorno, un tortino spinaci e salsa portoghese (chissà se esiste davvero una salsa portoghese) e un caffè.
Finalmente la mia bicicletta è pronta. Il ragazzo mi informa che il risultato non è eccezionale, in quanto ho la corona troppo storta e forse anche il telaio ha accusato. Pazienza, l’importante è che mi conduca alla fine di questa avventura; al rientro in Italia sarà rimessa a nuovo con calma.
Siamo finalmente pronti per visitare Lisbona! Attraversando le vie del centro siamo subito richiamati da una pasticceria che sforna le classiche paste di Lisbona, le “Pastel de Nata”; tortini di pasta sfoglia riempiti di crema sulla quale si può mettere lo zucchero a velo o la cannella. Fino all’ottocento era una ricetta segreta dei monasteri portoghesi, che avevano trovato il modo di impiegare i numerosi tuorli delle uova avanzati, in quanto gli albumi erano utilizzati per stirare i vestiti e nel processo di produzione del vino.
Comunque queste paste sono davvero ottime, specie se precedute da una crocchetta di patate e baccalà e accompagnate da un bicchiere di porto. Decisamente da turisti, ma oggi ci è concesso 🙂 .
Continua la nostra visita della città. L’itinerario prevede di percorrere tutto il lungo Tuga, il fiume che attraversa Lisbona, fino alla torre di Belem. Il percorso è ciclabile, ricco di riferimenti alla storia di esploratori che può vantare il Portogallo e di locali carini dove magiare o bere qualcosa. Sarà che noi con le città portuali abbiamo una certa affinità, ma Lisbona è proprio affascinate.
Incrociamo per strada due dall’accento conosciuto. Un romano che vive a Londra ed un toscano che vive a Santander, in viaggio rispettivamente da due mesi e mezzo e da un mese. Viaggiano per l’Europa in bici in modalità low cost. Ci piacciamo a vicenda e, dopo essersi scambiate le nostre esperienze su percorsi, mezzi, applicazioni, libri di viaggi e contatti, continuiamo i rispettivi giri: noi diretti a nord e loro diretti a sud. Un incontro piacevole.
Decidiamo infine di andare fare una corsa sullo storico tram 28, che non è un trenino turistico, ma un mezzo pubblico vero e proprio diventato un simbolo delle città.
Il tempo di soffermarci in un supermercato per fare rifornimento di acqua e bibite fresche e Dudu si accorge che ho forato una ruota. La sfortuna non molla la mia bici, ma fortunatamente, pur avendo tutti i bagagli e gli attrezzi in albergo, ho una camera d’aria di ricambio dietro. Dopo una riparazione possiamo riprendere la strada in direzione del tram 28, ma percorsi pochi centinaia di metri Dudu inizia a gridare di aver forato. Vetro infilzato nel copertone, e in pochi istanti ruota anteriore è a terra. Le camere d’aria sono finite, così come le nostre speranze di fare una corsa sul tram 28. Occorre tornare in ostello a riparare la bici, ma si farà tardi, pertanto la visita di Lisbona termina qui.
Abbiamo percorso oltre trenta chilometri tra i vicoli della capitale lusitana rimanendo affascinati dall’aria di freschezza che si respira in questa città. Da qui domani inizieremo la seconda parte del nostro viaggio, il Cammino Portoghese che ci condurrà, tra meno di due settimane, a Santiago della Compostela.
Comments
1 commentoGiovannella
Ago 13, 2017A Siena,in occasione del Palio,i contradaioli per proteggere i loro cavalli,li fanno BENEDIRE!Non sarebbe una cattiva idea se prima del vostro prossimo viaggio,anche voi ma soprattutto tu portassi la tua bici a fare altrettanto.
Alessandro Falleni
Ago 13, 2017Non è proprio una benedizione, ma ci stiamo attrezzando ?