Finalmente a Santiago. Per il secondo anno consecutivo la nostra metà è questa meravigliosa città che ha un fascino tutto suo, che suscita tante emozioni non descrivibili, che accoglie, da secoli, pellegrini da ogni parte del mondo.
Una ultima tappa di circa 40 chilometri caratterizzata da un territorio prevalentemente collinare tra boschi e piccoli corsi d’acqua. Ci svegliamo a Caldas de Reis. Un bel sole e una temperatura piacevole ci allietano la pedalata. Abbiamo deciso di trainare la bici del Miche in modo che nel pomeriggio possa godersi l’entrata trionfale a Santiago e l’arrivo alla cattedrale in sella della sua biciclettina.
Usciamo da Caldas de Reis ed affrontiamo subito una salita impegnativa, tanto che dobbiamo spingere le biciclette. Intorno un bosco di castagni e una castagna per terra fuori stagione sembra un buon augurio. Il morale è alto. Per strada si iniziano ad incontrare pellegrini che, in questo cammino portoghese sono sicuramente meno numerosi rispetto al cammino francese.
L’unico problema è rappresentato dal gancio di traino. E’ irrimediabilmente rotto e la bici di Michelangelo ad ogni buca gratta il terreno. Non ci aiuta il fatto di percorrere tutte strade sterrate e acciottolate. L’obiettivo è quello di riuscire a percorrere almeno 20 – 25 chilometri, prima di buttare definitivamente il gancio e lasciare al Miche l’ultimo tratto di strada. Per far questo dobbiamo operare un intervento con fascette e nastro americano in modo da sostenere la bicicletta il più possibile.
All’ora di pranzo siamo in una collinetta sopra Santiago. Ormai mancano circa 15 chilometri e l’intervento al gancio ha raggiunto il risultato atteso. Pranzo e, con un po’ di fatica liberiamo la bici del Miche dal gancio. Finalmente possiamo percorrere gli ultimo chilometri che ci separano dalla meta.
Attraversiamo l’ultimo bosco del nostro viaggio, poi la periferia di Santiago. Iniziamo a trovare sempre più pellegrini. Ci salutiamo. Gli incoraggiamenti per Dudu e per il Miche sono tanti. A loro sembra un’impresa vedere due bambini in bici che arrivano a Santiago, se solo sapessero che è il secondo anno…. 🙂 .
Al termine di una discesa ci colpisce un cartello stradale “DON’T STOP ME NOW”. Lo prendiamo in parola. Di li tutto d’un fiato fino alla cattedrale.
Arriviamo in una piazza affollatissima. Uno spettacolo. Persone abbracciate, altre che piangono, altre ancora distrutte per terra. Siamo orgogliosi di noi stessi. Dudu ci abbraccia felice. Il Miche si sente un eroe, e forse lo è; sei anni con la propria bicicletta ha affrontato il Cammino di Santiago..
Andiamo a prendere la Compostela, la seconda in due anni. Il Miche la vuole attaccare alla bici. Pedala orgogliosamente con la sua Compostela in mostra.
Andiamo a cercare il nostro albergue. L’albergue Acuario è un ostello per pellegrini dallo stile decisamente orientale. Incensi, Tao sparsi qua e la. Una bella doccia e fuori.
Per la cena ci aspettano Maurizio e Monica, dei carismi amici che sono venuti da Oviedo per incontrarci. Li incontriamo insieme a George, il fratello di Monica, e la sua compagna. Passiamo una serata bellissima in loro compagnia. Un finale bellissimo per un viaggio indimenticabile.