Siamo a Coimbra, una vivace città universitaria che vanta una delle università più antiche di Europa. Il percorso per arrivare qui è stato lungo e faticoso. Sessanta chilometri percorsi tra sterrato, boschi e strade asfaltate con numerose salite.
Sveglia nell’ostello di Carlos, colazione nella cucina comune, preparazione bagagli, e fuori, come sempre per ultimi. La maggior parte dei pellegrini, per lo più a piedi, esce prima dell’alba; noi invece abbiamo la sveglia alle sette e mezza e riusciamo a partire intorno alle nove.
Passiamo l’intera mattina a salire, a volte in sella, a volte spingendo una bici così carica, da rendere impensabile pedalare. Il Miche, che ormai ha perfettamente capito lo spirito con cui si affrontano certe sfide ci segue disciplinatamente mentre Dudu ci segue con la sua solita spensieratezza, pedalando anche dove noi procediamo a spinta. La strada lascia il posto ad un sentiero nel bosco, con rocce e radici di alberi che ci permettono di procedere solo a spinta.
All’ora di pranzo siamo terribilmente indietro sulla tabella di marcia. Decidiamo pertanto di lasciare alcuni tratti sterrati e nel bosco a favore di strade asfaltate. Il panorama assomiglia moltissimo a quello delle campagne toscane: ulivi, vigne e colline dolci.
Incrociamo numerosi pellegrini, pochi che percorrono la nostra stessa strada, e molti che procedono in direzione contraria, con i quali ci scambiamo un saluto, un cenno o solamente “Bon Caminho”. Ci accomunano la voglia di scoprire, le sensazione e le emozioni, anche se la loro destinazione è diversa; infatti loro si recano a Fatima, seguendo la freccia azzurra.
Uva e fichi lungo la strada ci rendono più piacevole il cammino e ci restituiscono energia.
Sull’asfalto i chilometri scorrono bene e recuperiamo il tempo perso al mattino. Una sosta ristoratrice ad un bar a base di gelato, caciotta e pane ci da l’energia per l’ultimo sprint. Di li non ci fermeremo più fino a Coimbra. Prima di ripartire i proprietari del bar ci offrono dell’uva, dolcissima; l’accettiamo di buon grado, anche per educazione, ma durante il giorno, in versione “banda bassotti”, ne avevamo già fatta una bella scorpacciata.
Arrivati a Coimbra. Ci fermiamo subito in una pasticceria che espone delle mega meringhe e ne compriamo una come dolcetto serale. Prendiamo possesso dell’ostello, per pellegrini e universitari, e usciamo. Quale migliore occasione della sagra della cipolla, che si svolge esattamente sotto la finestra della nostra camera, per una cena diversa? Cena a base di prodotti tipici impronunciabili e un litro di sangria, al tavolo con quattro vecchietti che ci guardano e sorridono continuamente. Prima di andare a letto un giro nel centro storico.
Saliamo, tanto per fare un po di movimento, per stradine strette e ripide e scalinate, attraversando archi medievali e vicoli bui, fino alla storica piazza dell’università, passando per la cattedrale. Giusto un boccone di Coimbra, poi nanna, o almeno lo speriamo; nella piazza sotto la nostra camera, la sagra della cipolla continua il suo svolgimento con i canti popolari portoghesi 😀 . A tutto volume. Fortunatamente, la stanchezza ha il sopravvento e riusciamo a prendere sonno in men che non si dica.
Comments
1 commentoGiovannella
Ago 19, 2017Saluti alla banda Bassotti
Silvia trivella
Ago 19, 2017Belli Dudus, siete dei grandi!!!!