Siamo a Mondragone, una città piuttosto caotica nella provincia di Caserta. Abbiamo lasciato il Lazio e siamo entrati in Campania, dove rimarremo per qualche giorno.
Come al solito la sveglia è presto, e come al solito nel campeggio regna ancora il silenzio. Facciamo colazione, ci prepariamo, smontiamo la tenda e carichiamo le bici. Questa serie di operazioni generalmente richiede circa due ore, tra lavoro e un po’ di perdita di tempo.
Per le nove siamo in sella lungo la via Flacca. Nel tratto che ci separa da Gaeta, circa sette chilometri, possiamo godere di paesaggi mozzafiato, forse sottovalutati per quanto sono belli; alte scogliere che scendono ripide verso sottili strisce di sabbia dall’acqua cristallina. Un cartello ci informa che sotto di noi si trova la “Spiaggia dei trecento gradini”, chiamata così perché per raggiungerla è necessario scendere 300 scalini, non uno di più, non uno di meno. È meravigliosa, anche se purtroppo, non potendo lasciare incustodite le bici con i bagagli, non possiamo scendere. Ci accontentiamo di fare qualche fotografia dall’alto.
Pedaliamo questo tratto di costa fino a Gaeta con il naso all’ingiù. Li ci concediamo una sosta in una pasticceria per una colazione sfiziosa. Il Miche un bombolone alla crema, Dudu una sfogliatella frolla, Micky un babà e io un babà alla crema; si respira già l’aria campana.
Riprendiamo il nostro viaggio verso sud. Un cartello recita: “Formia – città di Cicerone”. Qui infatti il 7 dicembre del 43 a.C. l’avvocato, politico e scrittore romano fu ucciso.
Formia è situata al centro del golfo di Gaeta. Le sue origini si intrecciano con con le le mitiche vicende di Ulisse, il quale, approdato con le sue navi nella città, fu attaccato dai Lestrigoni, un popolo di giganti mangiatori di uomini, che distrussero la flotta e uccisero tutti i marinai infilzandoli con i loro enormi spiedi. Solo la nave di Ulisse riuscì a sfuggire al massacro.
È caldissimo e vogliamo trovare una spiaggia per fare il bagno, visto che a partire da domani, per qualche giorno non vedremo il mare.
Ci fermiamo a Scauri, una piccola cittadina affacciata sul mare che deve il suo nome ad un console romano. Già al tempo dei romani era un centro di villeggiatura dei patrizi.
Il lungomare è curato e pulito. lo percorriamo tutto fino al piccolo moletto dove possiamo lasciare le bici e goderci un po’ di mare. L’acqua è pulita; ci sistemiamo su uno scoglio e facciamo un lungo bagno prima di ripartire.
Siamo di nuovo in sella, pedaliamo lungo la via Appia, intersecando di tanto i tanto l’acquedotto romano. Superiamo il Garigliano, il fiume che separa il Lazio dalla Campania. Lasciamo la via Appia per proseguire sulla via Domitiana. Da ora in poi ogni trecento metri, al massimo, troveremo un caseificio che vende mozzarella di bufala campana. Ai lati della strada iniziano a comparire cumuli di spazzatura e, di tanto in tanto, un odore forte e sgradevole ci invade il naso.
Ci lasciamo sulla destra una serie di località balneari del litorale campano quali Baia Domizia, Baia Felice, Baia Azzurra-Levagnole ed entriamo a Mondragone. Qui il traffico è ancora più intenso, tanto che rimaniamo imbottigliati anche con la bicicletta.
Abbiamo prenotato una stanza in un bed and breakfast, ma l’indirizzo che abbiamo è sbagliato, tanto che arriviamo in centro senza che ci sia l’ombra del b&b prenotato.
Intanto, seguendo le indicazioni di Google usciamo dalla città e saliamo sulle colline. Imbocchiamo una strada sterrata e la percorriamo per circa un chilometro verso il niente. Iniziamo a temere di esserci persi quando finalmente arriviamo a destinazione. Non è proprio nella piazza centrale.
Ad accoglierci un signore gentile. Prendiamo possesso della stanza, ci rinfreschiamo e ceniamo. Mozzarella di bufala e un caciocavallo a forma di maiale, comprati ad uno dei caseifici lungo la strada. Ora possiamo andare a nanna. Domani arriveremo a Caserta e visiteremo la Reggia!
Comments
1 commentoFrancesca
Ago 15, 2020Oh che bello, siete di nuovo in viaggio e così io posso leggervi! Amo molto le tue cronache. In bocca al lupo per l’appendicite, tanta empatia perché in questo momento io sono in viaggio con una cosa simile (infiammazione sigma), praticamente sto andando in Italia (sono toscana come voi ma vivo in Belgio) a mangiare carote lesse 😀
Alessandro Falleni
Ago 18, 2020Certo Francesca. Purtroppo a causa Covid abbiamo dovuto rinunciare all’Islanda, ma non ci fermiamo. L’Italia è bellissima. Cara e non per cicloviaggiatori, ma bellissima. Un abbraccio da tutti noi.