Ci troviamo a Vílaneč, un piccolo villaggio nella regione di Vysočina, divisa a metà tra le regioni storiche della Boemia e della Moravia. In questo paesino di poche anime, specchio della vita rurale ceca, alloggiamo in una sorta di resort, un rifugio per chi cerca tranquillità e natura che ha visto tempi migliori. Il cartellone pubblicitario dell’hotel mostra un ragazzo vestito da cuoco con un vassoio di schnitzel, la tradizionale fetta di carne impanata e fritta.
La mattina ci concediamo qualche minuto in più di sonno, dato che ci aspetta una giornata non particolarmente complicata. Scendiamo per la colazione che, inaspettatamente, è ricca e buonissima. La giornata inizia bene.
Il tempo di fare il check-out e siamo in sella. Il cielo è variabile; si alternano sprazzi di azzurro e soffici nuvole bianche che, come fa notare Michelangelo, ricordano la sigla dei Simpson. La strada in salita è per lunghi tratti interdetta al traffico per lavori che, essendo sabato, sono fermi.
Siamo ora in aperta campagna; non passa una macchina. Ogni tanto un cerbiatto curioso si ferma a guardarci per poi correre via quando ci avviciniamo troppo. Il rumore dello sventolio delle bandierine di preghiera fissate sulla bicicletta mi fa compagnia e mi fa pensare a quante preghiere sto spargendo. Il pensiero è interrotto improvvisamente dalla colonna sonora di Top Gun suonata ad altissimo volume. Tra gli alberi, al di sotto di noi, c’è una villa dove si sta celebrando un matrimonio con musiche sobrie.
È ora di pranzo quando attraversiamo un paesino. Notiamo che le staccionate delle case di molti paesi sono decorate con tazze. È un effetto decisamente carino. Ci fermiamo in un piccolo negozio mentre inizia a piovere. Compriamo qualcosa da mangiare che consumiamo al riparo, aspettando che la pioggia cali. Panini per Niccolò e Michelangelo e yogurt per Micky e me. La pioggia dura poco e lascia il posto a un timido sole; riprendiamo le bici e ci rituffiamo nella bellezza e nella tranquillità della campagna ceca. Ai lati, campi di alti fiori secchi ci incuriosiscono. Ci fermiamo per capire di cosa si tratti. Sono campi di papavero. I bulbi secchi sono pieni di quei semini neri utilizzati in cucina, specialmente nella panificazione e nella pasticceria ceca.
Attraversiamo Jihlava, la città più grande della regione di Vysočina. Fondata nel Medioevo, oggi è una cittadina di cinquantamila abitanti. Noi dormiamo in un paesino qualche chilometro fuori dalla città. Imbocchiamo la strada statale 38, quella che porta al confine austriaco, e la seguiamo fino ad arrivare al nostro hotel. Un ragazzo ci accoglie con gentilezza; ci fa riporre le biciclette al sicuro in una stanza e ci dà la chiave delle stanze. Michelangelo e Micky in una, Niccolò ed io nell’altra.
Dopo una doccia e un po’ di relax, andiamo a cena. Per tutti una zuppa calda e la specialità della casa, la schnitzel servita con un’insalata di patate lesse, cipolla e maionese, giusto per rendere il piatto un pochino più leggero. È ora di andare a letto. Da domani i chilometri torneranno a salire.
Comments
1 commentoFrancesca
Ago 6, 2024È dall’India (ma dell’India hai finito di scrivere?) che aspetto un vostro nuovo viaggio. Evviva, finalmente! Buon vento!!
Alessandro Falleni
Ago 6, 2024Ciao Francesca?
Effettivamente da Natale, a parte un breve viaggio per fare il cammino lauretano, siamo arrivati direttamente L viaggio estivo.
Per un po’ avremo qualcosa da scrivere.
Grazie,
Tutti noi