Siamo a Salonicco, la seconda città della Grecia dopo Atene. Una città il cui nome si porta dietro una storia di sangue blu. Fondata tra il 316 e 315 a.C. dal re macedone Cassandro sui resti di Thermi, dalla quale deriva il nome del Golfo Termaico , e denominata Thessaloniki in onore di sua moglie nonché sorellastra di Alessandro Magno.
Ora è una città moderna, anche se i palazzi necessiterebbero di un po’ di manutenzione.
Ci svegliamo a Giannitsa. Ormai siamo al livello del mare. La temperatura e l’umidità si fanno sentire. Usciamo dalla città. È domenica e i negozi aperti sono pochissimi.
Seguendo la via Egnazia passiamo per Pella, città fondata da Archelao I per diventare la capitale del Regno di Macedonia, ma soprattutto città natale di Filippo II e di suo figlio Alessandro Magno.
Tagliamo per una stradina sterrata e sbuchiamo proprio davanti al museo archeologico cittadino. È il destino. Ovviamente non possiamo sottrarci ad un invito culturale da parte del fato.
Dentro c’è tutto quello che ci aspettiamo di trovate in un museo greco. Dai mosaici agli strumenti quotidiani, dagli elmi da guerra ai gioielli delle donne greche, dai vasi e le anfore alle monete. Ovviamente non può mancare la statua del personaggio più illustre della città con i dettagli delle sue conquiste.
A causa dei chilometri che ancora ci rimangono da percorrere, non abbiamo tutto il tempo che sarebbe necessario da dedicare alla visita del museo, ma riusciamo a trascorrere un’ora piacevole immergendoci nelle imprese di Alessandro Magno e nella cultura ellenistica.
Riprendiamo il nostro viaggio soddisfatti e avendo imparato qualcosa di nuovo.
Il caldo e soprattutto l’umidità ci rendono particolarmente fiacchi quindi facciamo delle soste frequenti per bere o mangiare qualcosa nei pochi paesini che incrociamo. Anche i riflessi non sono prontissimi. Niccolò ed io ci tocchiamo le biciclette tanto da farmi cadere. Escoriazione alla coscia e pantaloncini da buttare. Fastidioso, ma poteva andare decisamente peggio.
A metà pomeriggio attraversiamo prima la zona industriale e poi la periferia di Salonicco. Non ci fa una grande impressione. Case costruite a metà o mezze diroccate. Un gruppo di bambini più piccoli di Michelangelo gioca per strada con il monopattino e la sigaretta in bocca.
Pian piano arriviamo nella una zona più centrale nella quale dormiremo. I negozi sono chiusi.
Prendiamo possesso della nostra casa. Il tempo di fare una doccia ed usciamo. Passiamo dal lungomare, dove dall’altra parte del golfo, si può ammirare la sagoma del monte Olimpo, poi risaliamo per la via principale di Salonicco.
Questa zona è piuttosto vivace; pasticcerie, gelaterie, bar e ristoranti sono affollatissimi.
Noi abbiamo un obiettivo. Andare a mangiare la pizza da Domino’s Pizza, la catena di pizzerie americane nella quale ci piace mangiare durante i nostri viaggi: dagli Stati Uniti all’Islanda, dalla Nuova Zelanda alla Russia al Marocco.
Due pepperoni pizza giganti e una bottiglia di Coca Cola per una ottima cena. Concludiamo la serata alla famosa pasticceria Konstandinidis con uno dei gelati più buoni che abbiamo mai mangiato.
La gelateria è elegantissima. Il laboratorio è a vista e in vetrina dolci e torte che se, fossero buoni solo la metà di quanto sono belli, sarebbero già eccezionali.
Entriamo. L’atmosfera di un pianoforte che suona ci mette a nostro agio e ci predispone a gustare qualche prelibatezza. Il suono non proviene da una cassa acustica, ma da un pianista in carne ed ossa che sta suonando al primo piano del locale.
Prendiamo quattro coppette di gelato servite in una coppetta da asporto decisamente bella e un pezzo di un millefoglie locale per la colazione della mattina.
Ora possiamo davvero andare a letto. Siamo stanchi, ma pienamente soddisfatti.
Domani sarà una giornata di trasferimento. Dopo una mattinata di relax prenderemo un pullman per Alexandropoli. Da lì il giorno dopo pedaleremo fino ad attraversare il confine con la Turchia.