Budva, una delle principali destinazioni turistiche del Montenegro, è una piccola ed antica città affacciata sul mar Adriatico. Siamo qui in un appartamento al terzo piano di un palazzo adibito a residence. È piccolo, ma pulito e dall’arredamento curato.
La sveglia a Igalo è benevola. Facciamo colazione con calma e ci prepariamo. I chilometri da percorrere sono pochi, ma in questa prima parte di viaggio i dislivelli sono importanti, pertanto dobbiamo restare bassi con le distanze.
Pedaliamo lungo la Ciro2, quella che sulla carta sarà una pista ciclabile che attraverserà Croazia, Bosnia e Erzegovina e Montenegro riutilizzando vecchie ferrovie in disuso e strade secondarie. Pochi chilometri e siamo a Herceg Novi all’interno delle Bocche di Cattaro, una serie di insenature del mare Adriatico in Montenegro. Come tante città lungo questa costa è stata sotto la dominazione della repubblica di Venezia, infatti in veneto si chiama Castelnòvo o Castelnòvo de Càtaro.
Il lungo mare affollato è ricco di stabilimenti balneari e locali per turisti, che a giudicare dalle targhe delle auto, sono in maggioranza serbi bosniaci e russi.
Lungo la strada si vedono persone che camminano con dei vassoi pieni di qualcosa di non specificato ricoperto di cioccolato, che viene venduto come il cocco sulle spiagge italiane. Ci fermiamo a vedere di cosa si tratta e Micky ne compra un piccolo vassoio. Sono delle ciambelline fritte con sopra un liquido al cioccolato.
Ci dividiamo il vassoio, salutiamo la ragazza delle ciambelline e riprendiamo il nostro percorso che ora costeggia il mar Adriatico.
Arriviamo nel punto più stretto delle bocche del Cattaro dove una chiatta effettua il servizio di trasporto mezzi da Kamenari a Lepetane. La fila è lunga, ma scorre bene. Si paga solo il trasporto del veicolo, che, nel caso delle biciclette è gratis. Dieci minuti e siamo dall’altra parte.
Qui il mare non è bellissimo. La Croazia, forse per la composizione del fondale, ha tutta un’altra acqua.
Riprendiamo il viaggio, anche se è ora di pranzo. Ci fermiamo al primo supermercato disponibile. Niccolò e il Miche due panini con salame e formaggio, Micky ed io un po’ di frutta.
Dobbiamo lasciare le strade secondarie per immetterci in una strada statale ad una sola corsia per senso di marcia. Da subito notiamo una fila immensa in entrambe le direzioni, senza alcun motivo valido. Percorriamo la strada per chilometri ora sul bordo strada, ora nel centro della carreggiata, superando le auto che scorrono a passo d’uomo.
Dopo una decina di chilometri il traffico si fa inspiegabilmente più scorrevole.
Onestamente in Montenegro sia le auto sia i camion, nella maggior parte dei casi, non prestano assolutamente attenzione ai ciclisti. Ci sfrecciano accanto non mantenendo un minimo di distanza di sicurezza, tanto che i camion ci fanno sentire il loro risucchio. Nella migliore delle ipotesi, quando non riescono a passare danno una energica suonata di clacson. Eppure noi viaggiamo in una ordinatissima fila indiana che vede Micky davanti, poi Niccolò, quindi il Miche ed per finire io.
Il Miche ancora non ha tutte le accortezze di un utente della strada, per questo io con degli urlacci gli grido cosa fare e dove guardare, in modo da rendere sicura qualsiasi svolta o manovra ed insegnarli come ci si comporta in determinate circostanze.
Finalmente lasciamo le statale. Micky, stravolta dal caldo e dalla fatica, avverte la necessità di fermarsi un po’. Un panificio con dei tavoli all’’ombra fa al caso nostro. Stiamo fermi una mezz’ora. Giusto il tempo di bere qualcosa di fresco prima di affrontare l’ultima lunga e dura salita, al termine della quale scendiamo a Budva.
Budva ci appare come un insieme di palazzi alti curati e di recente costruzione. Questo perché nel 1979 un terremoto ha distrutto l’intera città. La ricostruzione tuttavia non sembra sia stata fatta con dei criteri moderni di vivibilità.
È semplice trovare il palazzo nel quale dormiamo. Appena entriamo nel portone ci troviamo davanti la reception con una signora dietro al bancone.
Ci assegna la stanza e dopo un po’ di insistenza ci permette di lasciare le bici all’interno del piccolo giardino con piscina. Chiudiamo le bici e saliamo al quarto piano.
Una camera da letto, un piccolo soggiorno con un minuscolo angolo cottura, un bagno ed un terrazzino che ospita appena un piccolo tavolo e quattro sedie.
Sono quasi le sette quando ci sistemiamo nel mini appartamento.
Decidiamo di cenare sul piccolo terrazzo. Usciamo per andare nel vicino supermercato a fare la spesa.
Antipasto a base di crostini con hummus e poi pollo al limone, pomodori ed insalata.
Prima di dormire diamo il consueto sguardo alle previsioni del tempo. Il ciclone Circe, che si sta abbattendo sull’Italia, estende la sua forte instabilità fino a qui. Domani è previsto il diluvio universale per tutto il giorno.
Decidiamo per ora di disdire la casa che abbiamo preso a Bar, poi domattina decideremo cosa fare.